Khnum-Khufu by Corrado Malanga & Filippo Biondi

Khnum-Khufu by Corrado Malanga & Filippo Biondi

autore:Corrado Malanga & Filippo Biondi [Malanga, Corrado & Biondi, Filippo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Edizioni Spazio Interiore
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


A sostenere l’idea che all’interno della camera del Re dovesse entrare una frequenza pura era la presenza di una mega struttura, costituita da due rampe, che partiva da sotto terra e arrivava in due stanze al piano terra dentro la piramide; da lì, ripartivano verso l’alto altre due rampe, unite da un corridoio dal cui centro partiva un’altra struttura ancora che, a mo’ di quadrato, circondava lo Zed.

Tutta questa struttura altro non era che un immenso diapason di pietra, che raccoglieva gli infrasuoni del terreno della piana di Giza sul lato est e su quello ovest. Tali vibrazioni non potevano essere uguali data l’apertura di questo diapason (più di duecento metri).20 I suoni raccolti dalla forchetta del diapason correvano dentro questi corridoi di pietra e le due frequenze si equalizzavano durante il percorso, dopodiché il restante rumore di fondo poneva in vibrazione lo Zed da tutti lati; in tal modo lo Zed stesso non era soggetto ad alcuna vibrazione, proprio perché essa risultava equalizzata da tutti i lati. A quel punto lo Zed sarebbe stato sottoposto solamente alle vibrazioni provenienti in verticale dalle sollecitazioni prodotte dal vento su tutto il corpo della piramide: e solo queste vibrazioni sarebbero entrate, dopo il processo di purificazione, all’interno della stanza del Faraone. E che dire di quelle strutture, che avevamo scherzosamente soprannominato “le cantine”, poste sotto il lato nord della piramide e la cui forma sembra costruita appositamente per filtrare e smorzare le frequenze del terreno che venivano da quel lato? Insomma, tutto induceva a pensare che la piramide fosse stata costruita per vibrare a un’unica apposita frequenza.

Esiste forse un’altra ipotesi di lavoro che spiega perfettamente ognuna delle cose che abbiamo visto e descritto in questo libro?

Mi sembra evidente che la risposta sia «No».

Ciò significa che, finché non verrà trovata, proposta e scientificamente documentata una spiegazione alternativa a tutto quanto emerso dalla ricerca che abbiamo svolto, la nostra ricostruzione delle cose resta valida. Questa è scienza, il resto sono chiacchiere da bar.

La spiegazione delle implicazioni di tutto questo – per chi ancora non le avesse messe a fuoco – sarà l’oggetto delle prossime pagine.



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